READING NOTES FROM:

David Foster Wallace

2018-08-24

[…] è un dato di fatto che certe persone corrodono l’autostima di altre limitandosi semplicemente a essere chi e quello che sono.

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2018-08-23

[…] il terrore di rientrare nella media rientrava a sua volta completamente nella media. Era il grande legame sincretistico della monocultura statunitense. Era ovunque, alle radici di ogni cosa – dell’insofferenza per gli articoli lunghi, delle chiacchierate nei taxi, dei movimenti nella moda, nella musica e nell’arte, del marketing.

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2018-08-13

La realtà è che morire non è brutto, ma dura per sempre. E per sempre non rientra nel tempo. Lo so che sembra una contraddizione, o magari un gioco di parole. In realtà si tratta, a ben vedere, di una questione di prospettiva.

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2018-08-14

Insomma ero nello stato in cui uno si rende conto che tutto ciò che vede gli sopravviverà. Lo so che come costrutto verbale è un cliché. Come stato in cui trovarsi per davvero, però, è ben diverso, credimi. A quel punto ogni movimento assume una specie di aria cerimoniale.

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2018-08-16

Era stato un agosto caldo e umido, e se mi fossi ammazzato non avrei dovuto sopportare l’avanzata del freddo e dell’aridità che da queste parti comincia verso metà settembre, né vedere le foglie che cambiano colore né sentirle frusciare ai bordi del cortile sulla spianata davanti all’edificio della S. & C. che si affacciava su South Dearbon, né vedere la neve né mettere un badile e un sacco di sabbia nel bagagliaio, né addentare una pera non granulosa, perfettamente matura, né mettere un pezzo di carta igienica su un taglietto fatto col rasoio. Ecc. Se rientravo e andavo in bagno e mi lavavo i denti sarebbe stata l’ultima volta. Me ne stavo lì seduto a pensarci e guardavo il ficus.

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2018-08-14

Il suicidio è così contrario a tanti nostri istinti e impulsi programmati che nessuno sano di mente va fino in fondo senza passare attraverso una marea di oscillazioni interne […]

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2018-08-14

Poi sono andato in analisi, ho provato l’analisi come quasi tutti quelli che allora si avvicinavano ai trent’anni, avevano fatto un po’ di grana o messo su famiglia o cos’altro pensavano di volere eppure sentivano di non essere felici. Un sacco di gente che conoscevo l’aveva sperimentata. Non funzionava mica, però ci faceva sembrare più coscienti dei nostri problemi personali e aggiungeva una manciata di termini e di concetti utili se volevamo parlare fra di noi nel modo e con il tono che ci eravamo imposti.

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2018-07-09

Perché è vero che gli avvenimenti più vividi e duraturi della nostra vita sono spesso quelli che avvengono alla periferia della nostra consapevolezza.

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2018-08-14

Il paradosso dell’impostura era che più tempo e più impegno mettevi nel cercare di far colpo sugli altri o di affascinarli, meno sorprendente o affascinante ti sentivi dentro: eri un impostore. E più ti sentivi un impostore, più ti sforzavi di offrire un’immagine sorprendente o piacevole di te stesso per evitare che gli altri scoprissero che razza di persona vuota e disonesta eri per davvero.

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2018-08-14

[…] c’era anche una buona possibilità che, alla fin fine, non fossi altro che l’ennesimo yuppie privilegiato incapace di amare, e che trovavo la banalità della cosa intollerabile, in gran parte perché evidentemente ero così vuoto e insicuro che avevo il bisogno patologico di vedermi in un modo o nell’altro sempre eccezionale o straordinario.

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2018-08-13

[…] tu con precisione che cosa pensi di essere? I milioni e i bilioni di pensieri, ricordi, giustapposizioni – anche i più folli, come questo, penserai – che ti balenano nella mente e scompaiono? Una loro somma o rimanenza? La tua storia? Lo sai da quanto ti vado dicendo che sono un impostore?

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2018-07-23

[…] nella vita di una persona la maggior parte dei pensieri e delle impressioni più importanti attraversano la mente così rapidi che rapidi non è nemmeno la parola giusta, sembrano totalmente diversi o estranei al cronometro che scandisce regolarmente la nostra vita, e hanno così pochi legami con quella lingua lineare, fatta di tante parole messe in fila, necessaria a comunicare fra di noi, che dire per esteso pensieri e collegamenti contenuti nel lampo di una frazione di secondo richiederebbe come minimo una vita intera ecc. – eppure sembra che andiamo tutti in giro cercando di usare la lingua (quale che sia, a seconda del paese d’origine) per cercare di comunicare agli altri quello che pensiamo e per scoprire quello che pensano loro, quando in fondo lo sanno tutti che in realtà si tratta di una messinscena e che si limitano a far finta. Quello che avviene dentro è troppo veloce, immenso e interconnesso e alle parole non rimane che limitarsi a tratteggiarne ogni istante a grandi linee al massimo una piccolissima parte.

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2018-08-13

La verità è che sai già com’è. Conosci già la differenza fra l’ammontare e la velocità di tutto quello che ti balena dentro e quella parte infinitesimale e inadeguata che riusciresti a comunicare. Come se dentro di te ci fosse questa enorme stanza piena si direbbe di tutto quello che prima o poi è presente nell’universo e invece le uniche parti che ne emergono devono in qualche modo essere spremute attraverso uno di quei piccolissimi buchi della serratura che si vedono sotto il pomello delle vecchie porte. Come se cercassimo di vederci fra di noi attraverso quei minuscoli buchi.

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2014-12-13

Be’, nel mondo dello spettacolo e un pezzo che c’è un atteggiamento di tipo parricida nei confronti delle regole, – ha detto mio marito mentre aspettavamo l’ascensore. – Di sicuro non l’ha inventato lui […]

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